Torquato Tasso
Scrittore
Dopo gli studi di filosofia entra al servizio del cardinale Luigi d’Este e si trasferisce a Ferrara. Dal 1572 è alla corte del duca Alfonso II, scrive sonetti, canzoni, madrigali e una favola pastorale, l’Aminta. Nell’aprile del 1575 porta a termine la Gerusalemme Liberata, ma subito inizia il travagliato lavoro di revisione stilistica ed etica dell’opera dettata dal timore di essere caduto nell’eresia. Dopo poco la prima esplosione di follia persecutoria: convinto di essere spiato da un cortigiano mentre conversa con la principessa Lucrezia lo aggredisce, Alfonso lo fa rinchiudere nelle prigioni del Castello e successivamente in un convento da dove fugge. Viene riaccolto a corte, ma in occasione delle nozze di Alfonso con Margherita Gonzaga dà di nuovo in escandescenze inveendo contro la corte: viene arrestato, rinchiuso nell’Ospedale di S. Anna e messo alla catena come pazzo. Uscirà solo dopo sette anni e continuerà le sue peregrinazioni tra Mantova, Bergamo, Firenze, Roma e Napoli. Muore a Roma alla vigilia della sua incoronazione poetica.
E' sepolto a Roma nella Chiesa di Sant'Onofrio al Gianicolo.
- Rime degli Accademici Eterei (1567);
- Aminta (1573);
- Re Torrismondo (1576);
- La Gerusalemme liberata (1559-1575).
Documenti correlati
- Brani da Torquato Tasso.pdf (224.63 kB)
Luoghi dell'autore
Ferrara - Castello Estense
Nella fastosa residenza dei duchi Tasso visse in qualità di poeta di corte. Particolarmente legata a suggestioni tassiane è la Sala dell’Aurora.
Ferrara - Ex Ospedale di Sant’Anna, piazzetta Sant’Anna
Sotto le arcate dell’antichissimo portico affaccia la cella in cui il Tasso trascorse la lunga prigionia. Attualmente non è visitabile. Sulla facciata dell’ex-chiesa del complesso, sotto il piccolo porticato, si trova il busto del poeta.
Medelana - Casino Estense (Villa Dal Buono)
Durante la reclusione al Sant’Anna il poeta godette dell’amicizia delle principesse estensi, che ottennero in molte occasioni il permesso di portarlo con sé in villeggiatura in campagna. Più volte Tasso fu nella villa di Medelana e, in occasione di uno di questi soggiorni, scrisse una poesia dedicata alla colta gentildonna Tarquinia Molza, il cui testo è inciso sulla facciata dell’edificio. La villa è proprietà privata.