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A corte con gli Estensi

 

Le pietre del Castello Estense di Ferrara risuonano ancora dei passi e delle voci dei suoi abitanti. Nelle prigioni, Ugo, figlio del Marchese Niccolò III, e Parisina, la giovane moglie del Marchese, morirono per essersi amati in segreto; e più tardi Giulio d’Este, fratellastro del duca Alfonso I, rimase imprigionato per 53 anni. Mentre, al piano nobile, Lucrezia Borgia, primadonna del Cinquecento, e il suo seguito celebravano i fasti di un’epoca in cui Ferrara era una delle corti più splendide d’Europa, cantata da Ludovico Ariosto nell’Orlando furioso e dipinta dagli artisti della grande scuola ferrarese.

 

Partendo da questo maestoso simbolo di Ferrara con le sue quattro torri circondate dal fossato, le eleganti balaustre bianche, le prigioni e le sale per i giochi di corte, percorrendo Corso Giovecca si può raggiungere la Palazzina Marfisa, magnifico esempio di residenza signorile costruita da Francesco d’Este, figlio del duca Alfonso I e di Lucrezia Borgia. A breve distanza si trova Palazzo Schifanoia, Delizia concepita da Borso d’Este come luogo eccelso per schivar la noia, recentemente restaurato, che custodisce all’interno i celebri affreschi del Salone dei Mesi.

 

Altri pregiati palazzi su questo percorso sono: Palazzo Roverella, Palazzo Bonacossi, Palazzo di Renata di Francia e Palazzo Costabili, conosciuto anche come Palazzo di Ludovico il Moro.

 

ultima modifica 13/04/2022 17:10
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È il maestoso simbolo di Ferrara con le quattro torri circondate dal fossato, i rossi mattoni di cotto, le eleganti balaustre bianche, le prigioni e le sale per i giochi e il diletto della corte. Voluto da Niccolò II d’Este come poderosa fortezza difensiva per sé e la sua famiglia, divenne poi la magnifica residenza della corte.

Corso Giovecca è la direttrice principale che dal centro cittadino porta verso Est e con Viale Cavour divide in due parti la città. Su questa antica strada si affacciano numerosi edifici e luoghi di importanza storica.

Edificato nel 1508 per volontà di Guglielmo Magnanini, segretario del duca Alfonso I d'Este, e attribuito all'architetto ferrarese Biagio Rossetti, questo mirabile palazzo fu abilmente concepito per una visione frontale della ricca facciata decorata.

Magnifico esempio di residenza signorile costruita da Francesco d’Este, figlio del duca Alfonso I e di Lucrezia Borgia. Lo ereditò sua figlia, la principessa Marfisa d’Este, amante delle arti e protettrice del poeta Torquato Tasso.

Il palazzo nacque nel XV secolo come dimora della famiglia estense, concepito dall'architetto Pietro Benvenuto degli Ordini. Sul retro dell’edificio si trova il suggestivo Parco Pareschi, circondato da alte mura, il cui accesso è situato in Corso Giovecca.

Bellissimo palazzo del Quattrocento assegnato da Borso d’Este a Diotisalvi Neroni, esule fiorentino protetto dal duca. Nel Cinquecento faceva parte di un complesso caratterizzato da giardini e loggiati in collegamento diretto con la Palazzina Marfisa d'Este e con il Palazzo Schifanoia.

Fu Borso d’Este, marchese e poi duca di Ferrara, ad ampliare nel Quattrocento l’edificio originario per farne un luogo di svago e ricreazione dove schivar la noia. La Delizia estense custodisce all’interno il Salone dei Mesi con gli affreschi recentemente restaurati, una delle massime espressioni pittoriche del Rinascimento italiano.

Conosciuto anche come Palazzo di Ludovico il Moro, fu commissionato dal nobile Antonio Costabili, personalità di spicco alla corte del duca Ercole I d'Este, segretario di Ludovico il Moro e ambasciatore degli Este a Milano. Oggi ospita il Museo Archeologico Nazionale con i magnifici reperti della città etrusca di Spina.

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