Terre del Reno
Sant'Agostino
Sant'Agostino è una frazione del comune di Terre del Reno ed ex Comune di 6 944 abitanti della Provincia di Ferrara. Il dialetto locale è una variante del dialetto bolognese, di area centese. Prima del processo di fusione nell'attuale Terre del Reno, possedeva due frazioni: San Carlo e Dosso.
Il territorio santagostinese è rinomato per la presenza del Bosco della Panfilia. L'abitato di Sant'Agostino fu fondato nel 1507 ad opera dei due cugini Francesco e Girolamo dell'antica famiglia bolognese Bianchetti. L'atto notarile di fondazione, datato 12 gennaio 1507, fu scritto per mano del notaio vescovile Nicolò Fasanini, essendo vicario Amedeo Beruti, per decreto del cardinale Giovanni Stefano Ferrero, sotto il pontificato di Papa Giulio II. Il territorio oggetto di compravendita dei fratelli Bianchetti era ricco di acque, come molti altri nella bassa bolognese, tanto da attribuire alla località il toponimo La Palù ancor prima della costituzione del paese, che assunse nei primi secoli il nome di Sant'Agostino delle paludi. La fondazione avvenne come distacco dalla esistente parrocchia di S. Maria di Galliera, dalla quale l'abitato di S. Agostino distava circa duemila passi o due miglia, e che era scomoda da raggiungere per i coloni locali, specialmente in inverno. Il nucleo antico del paese si trovava nelle vicinanze dell'argine destro del fiume Reno, che allora scorreva da Cento in direzione Mirabello e Vigarano, andandosi a congiungere con il Po di Ferrara presso Porotto.
Il centro della comunità era formato dalla chiesa parrocchiale, dalla Via Pubblica (poi divenuta Via Bassa) e dalla residenza padronale dei Bianchetti, che assunsero per sé il diritto di giuspatronato, ovvero di proporre ad ogni successione dei parroci un proprio candidato al vescovo di bologna. Nel 1567 Margherita Bianchetti, figlia di Giovanni Battista, ultima figlia femmina di quel ramo familiare si sposa con Rinaldo Ariosti cedendo a tale seconda famiglia bolognese il diritto di giuspatronato; il potere civile passa quindi a questa dinastia familiare e la dimora dei Giuspatroni nelle mappe prende il nome di Palazzo Ariosti. Gli avvicendamenti locali proseguono nei secoli successivi attraverso l'avvicendarsi dei parroci e delle confraternite (tra le quali si possono ricordare le Compagnie dei Cinturati, del Santissimo e dei Sacchi) e le diverse rotte del fiume Reno, che periodicamente ricopriva di acque i territori del bolognese e del ferrarese. Tra le vicende fluviali di maggior rilievo vi fu la Rotta Panfilia del 1750 che causò un cambio di corso al fiume e ricoprì di acque l'intero territorio santagostinese; in quell'occasione gli abitanti decisero di trasferire la sede parrocchiale in un luogo più alto e sicuro, in ghiara di Reno, sfruttando un oratorio in costruzione per la Compagnia dei Sacchi; si iniziò a celebrare nella nuova chiesa dal 1769.
Nel 1788 giunse a S. Agostino Don Giuseppe Serra, che avviò un importante corso di rinnovamenti strutturali rinnovando prima il cimitero, poi la chiesa parrocchiale terminata nel 1992, la canonica e infine il campanile eretto nel 1820. Per i manufatti furono interpellati nomi di rilievo del panorama artistico bolognese come l'architetto Giuseppe Tubertini per la sagrestia, il pittore Jacopo Alessandro Calvi autore della pala d'altare, la madonna di stucco attribuita a Petronio Tadolini, il grande crocifisso ligneo recentemente attribuito a Giulio Cesare Comnventi, ed altri artisti. La chiesa conserva anche un organo antico di Francesco Traeri del 1714. La parrocchia di S. Agostino aveva anche due sussidiali, San Carlo e Mirabello separatesi dalla matrice rispettivamente nel 1916 e nel 1840. Il territorio comunale appartenne, come emanazione del contado bolognese, allo Stato Pontificio fino al 1816 allorché distaccandosi dalla legazione di Poggio Renatico, assunse una identità comunale autonoma (28 Ottobre 1816 - Delega di autorità del Cardinale Legato A. Lante a Friggieri Vincenzo per ricoprire la carica di Gonfaloniere del Comune di Sant'Agostino). Nel 1865 fu edificato anche il palazzo comunale su disegno dell'Architetto Antonio Giordani di Cento. Le vicende politiche comunali conobbero in epoca fascista lo sviluppo di un consistente nucleo di sostenitori di regime, dovuto anche alla sintonia politica che caratterizzava gli industriali locali e i possidenti terrieri; le testimonianze fotografiche riportano alcune visite di esponenti di rilievo della politica del tempo come Italo Balbo ed Edmondo Rossoni.
Il territorio è rinomato anche per la presenza del Bosco Panfilia, notevole oasi di interesse naturalistico, da cui si trae il tartufo, da sempre protagonista della gastronomia locale sia privata che pubblica. Al pregiato tubero è intitolata anche la locale e rinomata Sagra del Tartufo gestita dall'associazione ADT, con una tradizione gastronomica che supera già i quarant'anni. Il comprensorio territoriale presenta
anche una interessante articolazione fluviale che comprende diverse vie d'acqua: il Reno, il Cavo Napoleonico e il Canale Emiliano-Romagnolo.
Il paese è stato colpito dai terremoti del 2012, in particolare dalle scosse del 20 maggio che nel comune hanno provocato quattro vittime. La chiesa parrocchiale e il municipio sono stati gravemente danneggiati. Il municipio è stato abbattuto, nonostante al suo interno fossero presenti importanti opere d'arte. Nella frazione di San Carlo si è avuto il fenomeno della liquefazione delle sabbie, con rischio di sprofondamento nel suolo di diverse abitazioni, nella stessa frazione è avvenuto il crollo dell'Oratorio Ghisilieri risalente al XVII secolo.
Mirabello
L'abitato, situato in una zona pianeggiante, sorge lungo l'antico corso del fiume Reno. Le origini di Mirabello sono antiche, anche se le prime notizie certe si hanno solamente a partire dal XVII Secolo. La contessa Matilde di Canossa e i Monaci di Nonantola nei secoli XI e XII estesero la loro autorità amministrativa attraverso il sistema della "partecipanza" nei territori compresi tra Cento e Ferrara, stimolando una prima attività di bonifica e avviando un'economia agricola produttiva. Dopo il Medioevo però la zona tornò dominio delle acque e il fiume Reno, incanalato fra argini rettilinei che correvano da Sant'Agostino a Mirabello e poi Vigarano Mainarda, deponeva sulle terre le proprie torbide iniziando un innalzamento del fondo delle antiche valli e conferendo a questi terreni caratteristiche particolari.
Canalizzato il Reno si cominciarono a costruire le prime strade e ben presto la zona divenne un importante punto d'incontro tra bolognesi, ferraresi e comacchiesi con un ampio reticolo di strade
tra le diverse proprietà che assicuravano le comunicazioni tra i notabili. La zona fu inizialmente popolata da contadini che avevano iniziato a coltivare le terre, solo in un secondo momento apparve evidente l'interesse dell'aristocrazia. Le proprietà tendevano ad allinearsi lungo il fiume da una parte e dall'altra: le terre dei Ruini dalla parte destra vennero acquistate nel Settecento dal Cardinale Pompeo Aldrovandi, mentre tra le varie proprietà del lato sinistro quelle dei conti Prosperi andarono a costruire l'abitato di Mirabello.
La situazione attuale non è sostanzialmente mutata da allora: l'arteria principale di Mirabello segue oggi l'antico greto del fiume Reno e le terre dei Prosperi corrispondono quasi esattamente al vecchio centro cittadino. Nel 1840 Mirabello diventa parrocchia e nel 1959 diventa comune autonomo staccandosi da Sant'Agostino.
Mirabello è stato colpito dai terremoti del 2012, che nel paese hanno provocato vari danni e crolli, fra cui quello della chiesa di San Paolo.