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Gracia Mendes

Gracia Nasi nacque a Lisbona nel 1510 ca. da una famiglia convertita a forza al Cristianesimo e le fu ufficialmente imposto il nome di Beatriz de Luna, mentre in segreto le venne attribuito quello ebraico di Gracia Nasi.

Nel 1528 sposò il ricchissimo mercante Francisco Méndes ma, rimasta dopo pochi anni vedova e ricchissima, decise di intraprendere la strada di tanti suoi correligionari che abbandonavano una penisola iberica sempre più nelle mani degli integralisti cattolici e dell’Inquisizione. Attraverso Londra, nel 1536 raggiunse con la famiglia Anversa, dove la sorella Brianda sposò il fratello di Francisco, Diego Méndes. Il soggiorno nelle Fiandre si rivelò difficile e pericoloso per le mire che i governanti locali avevano sulle ricchezze della famiglia, specie a partire dal 1542, quando anche Diego Méndes morì, lasciando a Gracia l’incarico di amministrare il grande impero finanziario.
Le due sorelle, accompagnate dalle rispettive figlie, da parenti e servitori, si trasferirono a Venezia, dove però scoppiarono dissapori famigliari a causa di Brianda, che mal sopportava la tutela della sorella. Nel 1548 entrambe le sorelle furono imprigionate e rilasciate poi su intervento del sultano Solimano il Magnifico. Dopo la liberazione, donna Gracia meditò di recarsi a Istambul, ma decise per il momento di rimanere in Italia e scelse come nuova residenza Ferrara, che la politica aperta del duca Ercole II rendeva il rifugio più sicuro d’Europa.
Giunta nel 1550 nella capitale estense, affittò un palazzo su corso Giovecca, a due passi dal castello ducale, riprese il nome ebraico di Gracia Nasi e tornò alla religione dei suoi antenati. La sua posizione sociale fu di grandissimo rilievo e tutti, a cominciare dal duca e la duchessa Renata, le dimostravano deferenza e amicizia.
Nel suo palazzo Gracia tenne una piccola corte, e Ferrara conobbe, con ogni probabilità, alcune donne influentissime, tra cui Donna Bienvenida Abravanel, che le insegnò la difficile scienza dell’esegesi.
Coloro che arrivavano da Spagna e Portogallo, dopo anni di sottomissione al Cattolicesimo, non conoscevano le scritture e nemmeno erano in grado di leggere l’ebraico. Per questo le fiorenti stamperie ebraiche ferraresi decisero di produrre libri sacri in lingua non ebraica, rendendoli accessibili a tutti. Gracia appoggiò certamente questo progetto e fors’anche lo finanziò, tanto che Abraham Usque, dando alle stampe la prima Biblia Española (1553), dedicò la versione ebraica proprio a lei.
Nell’estate del 1553 lo scoppio della peste causò violenze contro gli ebrei, accusati dal popolo di esserne la causa. Questo fatto convinse Gracia a proseguire il suo viaggio verso le più sicure sponde della Turchia. La sorella Brianda e la nipote rimasero a Ferrara.
Anche da lontano donna Gracia non dimenticò i suoi correligionari, né l’ospitalità e l’amicizia dimostratale dal duca d’Este: quando questi, nel 1557, si trovò in difficoltà, per mezzo di due suoi agenti ella gli fece pervenire un dono di inaudite proporzioni: 43.000 scudi, di cui 25.000 in contanti. Inoltre gli concesse un prestito di 55.00 scudi, di cui la metà a titolo gratuito e l’altra metà al tasso agevolato del 6 per cento.
In cambio chiese solo protezione per l’amata nipote Gracia e per tutti i portoghesi rifugiati a Ferrara.
Morì nel 1569 ca.

Luoghi dell'autore

Ferrara - Biblioteca Ariostea, via delle Scienze 17
Vi si conserva una copia della Biblia Española, nella versione “censurata”.

Ferrara - Museo Ebraico, via Mazzini 95
Una sezione è dedicata all’arrivo dei Portoghesi e quindi anche a Donna Gracia. Vi è esposta la copia di una medaglia eseguita a Ferrara da Giovanni Paolo Poggini con il profilo di Gracia, la figlia di Brianda. Si tratta probabilmente dell’unica medaglia mai eseguita per una donna di fede ebraica. Gli originali si trovano ora a Parigi e Gerusalemme.

Ferrara - Palazzo Magnanini-Roverella, corso Giovecca 47
Fu la residenza ferrarese di Donna Gracia.

ultima modifica 13/10/2015 10:36
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