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Alfonso I d'Este

Alfonso I d’Este (1476 – 1534) Giovane scapestrato e per nulla incline allo studio tradizionale e alla politica, l’erede di Ercole I aveva causato più di una preoccupazione riguardo la successione. Al momento di salire al potere, invece, seppe dimostrarsi all’altezza, abolendo il malcostume della vendita delle cariche pubbliche e alcune tasse fra le più onerose per il popolo.
Alfonso I d'Este

Sul versante famigliare si appoggiò incondizionatamente al potentissimo fratello cardinale Ippolito.
Nel 1502, tre anni prima di accedere al potere, aveva sposato la sinistramente celebre Lucrezia Borgia, che si era dimostrato una compagna affidabile e affettuosa, e una donna ben diversa da quella dipinta dalle dicerie.
La politica estera del nuovo principe fu pesantemente condizionata dalle guerre che insanguinarono l’Italia per decenni e dalle quali gli Estensi non poterono tenersi fuori. Dapprima contro Venezia, l’eterna rivale, che invase i territori settentrionali del ducato e diede mano libera ai suoi feroci mercenari di uccidere, distruggere e violentare. Fortunatamente l’imperizia dell’ammiraglio veneziano e l’astuzia del cardinale Ippolito portarono alla vittoriosa battaglia fluviale di Polesella, nella quale la flotta veneta subì perdite gravissime e liberò Ferrara da un incubo.
In seguito Alfonso dovette difendersi dalle assai poco pastorali mire dei papi Giulio II e Leone X i quali, in nome dei loro diritti feudali su Ferrara, pretendevano la consegna della città e dei tesori in essa contenuti. Città, ducato e principi furono più volte colpiti da scomunica e interdetto, ma inutilmente. Nonostante la durezza della lotta, il principe estense alla fine recuperò intero lo stato lasciatogli dal padre.
Si deve ricordare che nelle campagne di guerra furono di aiuto le formidabili artiglierie prodotte dalle armerie ducali, nelle quali il duca, abilissimo tecnico, lavorava personalmente.
In campo artistico Alfonso lasciò molte opere, fra cui il favoloso (e purtroppo scomparso) Appartamento dei Camerini, adorno fra l’altro di pitture di Dosso Dossi, Tiziano e Giovanni Bellini, oltre che di sculture dei Lombardi. A corte visse in quel periodo travagliato il grande Ludovico Ariosto.
Dopo la morte della duchessa Lucrezia, Alfonso si accompagnò a una bella popolana, Laura Dianti, che gli diede una serenità famigliare a lui fino ad allora sconosciuta, e due figli, da cui discesero i duchi di Modena (1598).

Luoghi dell'autore

Ferrara - Monastero del Corpus Domini, via Pergolato/Campofranco
Vi si trova la tomba del duca.

Ferrara - Palazzina Marfisa d’Este, corso Giovecca
Vi si conserva un ritratto a olio del duca.

Ferrara - Palazzo Schifanoia, via Scandiana 23
Vi si trova il testamento del duca, con rare miniature che ne rappresentano la morte e il funerale. Il suo ritratto è presente anche nel medagliere.

ultima modifica 13/10/2015 07:56
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